Quando l'arte profuma di legno e fuoco: il magico mondo di Paride Franceschini
- Sara Trevisan
- May 1, 2017
- 2 min read

“L'incontro tra uomo e montagna può generare grandi cose.” William Blake
Nel suo piccolo studio, a Martignano, Paride Franceschini conserva un poster con questa citazione: essa, nella sua semplicità ed immediatezza, riesce a compendiare il lavoro di una vita.
Paride Franceschini è un uomo di 68 anni, nato e cresciuto all'ombra delle nostre montagne. Nonostante la vita lo abbia portato a misurarsi con sfide assai diverse da quelle che ci aspetteremmo da un artista – per decenni ha svolto il ruolo di commesso viaggiatore a cavallo tra Trentino e Veneto, egli è riuscito a mantenere viva la voglia di esprimere la vena creativa, iniziando a comporre versi nel 1994.
Amante dell'alpinismo e delle escursioni, a lungo ha esplorato i luoghi della sua terra, osservandone i mutamenti, riserbando intimamente una serie di immagini significative che ha interiorizzato, in attesa che giungesse il momento propizio per farle riemergere attraverso il suo linguaggio artistico.
Il momento è arrivato una ventina di anni fa con la poesia. Ad un certo punto qualcosa si è mosso e i versi hanno iniziato a fluire, descrivendo in dialetto trentino tutte quelle immagini che aveva celato nel suo essere. Quando la poesia non gli è bastata più, con tutte le difficoltà di chi da solo si cimenta in uno studio, si è approcciato alle arti grafiche, sperimentando tecniche e materiali (dal disegno alla pittura, dalla tela al velluto) per poi approdare al suo strumento d'elezione: il pirografo.
L'utilizzo del legno sembra giungere, in realtà, come ovvia conclusione del percorso di maturazione se considerato che prende come oggetto di riflessione la natura. Solo legno e fuoco, in un certo senso, per riproporre l'esperienza dell'ambiente montano. Ci racconta l'artista: “Mi reco sul posto, realizzo uno schizzo o una foto e poi scelgo una
tavola di legno. Pressati, cirmolo, abete... Più il legno è pregiato meglio è... Utilizzare il legno è un'esperienza particolare, perché esso è molto delicato e ti porta con sé, assecondando le sue venature. Bruciando il legno o la resina si sentono dei profumi buonissimi... Da quando ho iniziato ad usare il pirografo non riesco più a tornare al
velluto, non mi soddisfa più.”
Uno dei momenti fondamentali per il Franceschini è rappresentato senza dubbio dall'incontro con Messner. La leggenda dell'alpinismo è stata omaggiata dall'artista con uno splendido ritratto ora esposto a Castel Firmiano.
Da quel momento ha perfezionato la tecnica, studiando e riproducendo una serie di opere di Segantini, il maestro divisionista della pittura italiana che tanto ha ispirato generazioni di paesaggisti e naturalisti. I suoi soggetti, ripresi direttamente dalla tradizione alpina – la portatrice di acqua, la donna nella stalla col bambino tra le braccia, la ragazza che beve alla fontana, vestita col costume grigionese, si sposano perfettamente col sentire dell'artista, il quale si propone di emozionare il suo pubblico avvicinandolo alla montagna.
Per chi volesse immergersi nel mondo del Franceschini avvicinandosi alle autentiche radici alpine e agli elementi della natura che contraddistinguono la sua produzione, di recente è nata l'iniziativa “Agricoltura di Montagna e biodiversità” patrocinata dall'Assessore all'Agricoltura Michele Dallapiccola e dal Consigliere Provinciale Graziano
Lozzer; una mostra itinerante incentrata su agricoltura di montagna, biodiversità, origini della pastorizia e attività inerenti alla montagna. In questa sede si potranno ammirare diverse opere iconiche dell'artista.
UCT - Un'altra economia è possibile - Maggio 2017 - Numero 497




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