Hegel VS Vaccini
- Sara Trevisan
- Sep 1, 2017
- 5 min read
Carissimi lettori,
con sempre maggiore insistenza notiziari televisivi, giornali e social network ci portano all’attenzione la domanda: siamo liberi di vaccinarci? La risposta cambierebbe qualora fossimo chiamati a prendere la medesima decisione per terze persone? Per rispondere a queste ed altre domande ho intervistato alcuni tra i massimi luminari della ricerca filosofica ed etica del passato. Ecco di seguito i loro contributi.
Giornalista: “Signor Socrate, la prego di rispondere alle mie domande!”
S: “Va bene, ma solo se mi promette di registrarle a voce. Preferisco la diffusione orale... Presto aprirò un mio canale YouTube per lo stesso motivo...”
G: “Bene, ascolti: ultimamente si parla molto dei vaccini. Lei cosa ne pensa?”
S: “Non lo so.”
G: “Sì, sono al corrente che questa è la sua classica risposta ma... speravo che avesse una posizione personale sull’argomento!”
S: “Cosa vuole che le dica: l’unica volta che mi hanno dato da bere una medicina sono morto! Secondo lei cosa ne dovrei pensare dei vaccini?”
(Socrate nell'atto di bere la medicina)
G: “Signor Hegel, la ringrazio per essere venuto. Se me lo consente, partirei subito con la domanda: secondo Lei lo Stato ha il diritto di imporre la vaccinazione?”
H: “Io ritengo che lo Stato abbia il diritto e il dovere di mettere in atto quanto sancito dalla Costituzione, perché essa attesta l’identità del suo popolo. Per questo motivo spero vivamente che il demos segua attivamente il dibattito e faccia udire la sua opinione – le potenzialità ci sono visto quello che accade alle partite di calcio, perché nel momento in cui sarà scritto nero su bianco cosa va fatto, nessuno avrà più il diritto di obiettare.”
G: “Le persone, però, si lamentano spesso che l’intervento dello Stato sia un limite alla loro libertà. Soprattutto i genitori, che si sentono lesi nel loro ruolo.”
H: “Non mi risulta che tra le facoltà del genitore vi sia quello di uccidere i propri figli... ma vedrò di argomentare meglio il mio pensiero. La società è formata da individui che decidono spontaneamente di limitare la propria libertà individuale per consentire a tutti di usufruire di una libertà maggiore. Lo Stato altri non è che quel preciso ente al quale è demandato il compito di far rispettare le leggi che descrivono questa convenzione. La fantomatica libertà di cui parlano quei genitori è il mero arbitrio, lo stato di natura per intenderci, dove ognuno può far quello che vuole. Tale situazione coincide di fatto col regno dell’ingiustizia e della violenza, dove vige la legge del più forte.
Con la Società e lo Stato civile si giunge ovviamente ad una limitazione, ma essa è limitazione di quanto viene prodotto dall’ignoranza e dalla forza bruta. Questi genitori non se la devono prendere se persone che hanno studiato 10 anni medicina, lo Stato o un organo sovranazionale come l’OMS decidono di prendere decisioni diverse dalle loro... Forse ne hanno anche il diritto e l’autorità!”
(Hegel all'intervista)
G: “Buon giorno, Signor Friedrich Nietzsche e grazie per avermi concesso l’intervista! Allora... Lei è passato alla storia per alcuni concetti introdotti in Filosofia, come la volontà di potenza, il superuomo, l’immagine dell’essere umano in bilico sull’abisso... Ultimamente ha seguito il dibattito sui vaccini? Qual è il suo pensiero in merito?”
N: “Che mi ci butterei volentieri in quell’abisso!”
G: “Che intende dire?”
N: “Voglio fare harakiri! Perchè la questione, assieme a numerose altre sollevate nel tempo da questa povera Italia, dimostra che siamo circondati da imbecilli! Siamo involsi nella mediocrità! Ma le pare possibile? Secoli di storia, di conquiste intellettuali, e oggi stiamo qui a discutere della valenza dei vaccini! Mi spiace, ma non ho intenzione di prendere la questione in maniera razionale! Sto uscendo di testa!”
G: “Considerando che si tratta di lei, mi sembra giusto.”
G: “Signor Emmanuel Lévinas, lei cosa pensa riguardo alla libertà di vaccinarsi?”
L: “Che lo chiede alla persona sbagliata... Questo non è solo un problema etico, ma anche scientifico, e gli unici che ne possono disquisire sono giustappunto i medici. Ne parlavo proprio ieri con Karl Popper... Solo che lui, a questa domanda, avrebbe sbottato con un’affermazione del tipo: ‘vada a chiederlo ai laureati dell’università della vita!”, e ride divertito, per poi riprendere il filo.
“Sei libero di ammazzarti? Sì.
Sei libero di ammazzare tuo figlio? No. Perché è di questo che si sta parlando.
E’ scientificamente provato che è più a rischio chi non si vaccina. Ma facciamo un passo indietro... Signorina, l’etica inizia ad esistere nel momento in cui riconosciamo l’esistenza dell’Altro; la sua esistenza non passa inosservata e noi ne siamo responsabili. Il concetto di responsabilità è fondamentale e il mondo si sta deteriorando, perché questo valore non è più sentito. Ad ogni modo, tutti siamo responsabili dell’altro, e i genitori a maggior ragione lo sono nei confronti dei figli. Ciò non vuol dire, però, che io in quanto genitore posso fare ciò che voglio ai miei figli, tutto il contrario! Esistono fior di statistiche a dimostrazione del fatto che sia molto più pericoloso evitare il vaccino! E di converso non è ancora dimostrato che vi sia un legame di causalità tra vaccinazione e patologie come l’autismo. Ragazzi, le controindicazioni esistono per qualsiasi tipo di medicinale; allora, seguendo il ragionamento, dovremmo smettere di assumere farmaci, il che è assurdo. E’ come dire: vieto a mio figlio di portare la macchina, perché c’è la possibilità che faccia un incidente. Nel momento in cui uno inizia a vivere sperimenta anche la continua possibilità di morire: si chiama Vita! Consiglio caldamente di farsene una ragione. Ora, abbiamo la fortuna di possedere un valido alleato in campo medico che in più di un secolo ha dimostrato la sua efficacia su miliardi di persone: ringraziate di averlo a disposizione! In Africa muoiono per un raffreddore e noi ci lamentiamo perché possiamo curarci e salvarci?”
Avrei voluto concludere l’articolo con l’intervento dello stimatissimo Emmanuel Kant, ma si è rifiutato di rilasciare l’intervista dopo aver saputo che ci sarebbe stato anche Hegel. Grazie alle nostre conversazioni su whatsapp, tuttavia, sono riuscita ad elaborare il suo pensiero. Sono concorde con lui nel rivolgere un appello ai lettori, affinché ponderino molto bene la questione e cerchino di mettere da parte il loro orgoglio qualora si trovassero a scegliere per sé stessi e per gli altri.
Decidere di avvalersi del vaccino è una questione dal sapore morale. Non tutte le decisioni lo sono, alcune si qualificano come tali, altre invece sono del tutto indifferenti: mangiare un gelato alla nocciola, piuttosto che alla vaniglia, per esempio, non ha valenza morale, in quanto si tratta di una scelta arbitraria e priva di riferimenti ad un codice etico universalmente riconosciuto. Scegliere, invece, di vaccinarsi o meno si qualifica come scelta etica, dal momento che può cambiare in maniera determinante la mia vita come quella delle persone intorno a me.
Siccome la scelta è di tipo morale non possiamo permetterci di ‘fare ciò che vogliamo’, perché questa è la prerogativa degli animali, che basano il loro agire sull’istinto. Noi, in quanto esseri razionali, e quindi capaci di giustificare le nostre scelte, siamo chiamati ad agire secondo ciò che è giusto e riconosciuto dalla legge morale – per il dovere direbbe Kant. Appartenere al genere umano significa quindi mettere da parte i propri egoismi, i propri capricci, e aderire in maniera spontanea a quella legislazione universale che guida l’agire degli uomini, senza aspettare una motivazione esterna alla nostra volontà che ci motivi – vedi le leggi dello Stato o la parola di Dio. Essere uomini e donne richiede uno sforzo in più rispetto agli animali: dobbiamo agire giustificando rettamente le nostre azioni. E in questo caso non ci possono essere obiezioni in proposito: è meglio prevenire attraverso la vaccinazione. Le statistiche disponibili ci informano che i rischi maggiori sono a carico di chi non si vaccina.
Scegliere di non vaccinarsi equivale a dire una cosa sola: preferisco mettere in pericolo me stesso e gli altri perché mi sento leso o limitato nella mia facoltà di agire. Il che a livello morale è inqualificabile.
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